giovedì 9 maggio 2013

Il Grande Torino - Storia del calcio 29° puntata


Dominio assoluto dei granata in campionato. Primi esperimenti di Catenaccio.

Il dominio granata non accenna ad affievolirsi, anzi…Dopo tre scudetti consecutivi arriva anche il quarto, in una stagione, quella del 1947/48, che rappresenterà la più grande dimostrazione di forza del Grande Torino, con uno strapotere che non teme alcun confronto con il passato. Sessantacinque punti: record! Sedici lunghezze di distacco sulla seconda: record! Diciannove vittorie su venti gare disputate in casa: record! Centoventicinque reti realizzate: record! Torino-Lucchese 6-0, Roma-Torino 1-7, Torino-Salernitana 7-1, Torino-Alessandria 10-0, Torino-Inter 5-0, Torino-Triestina 6-0, Torino-Fiorentina 5-0…solo per citare i risultati più eclatanti.
Ormai leggendari i ragazzi del Toro, e così l’11 maggio del 1947 i granata cambiano maglia e scendono in campo contro l’Ungheria, con un unico estraneo, Sentimenti IV portiere della Juventus. Sì, perchè la scelta di Pozzo ha dell'incredibile: schiera la squadra azzurra con 10 torinisti, un record assoluto, dal 2 all’11: Ballarin, Maroso, Grezar, Rigamonti, Castigliano, Menti II, Loik, Gabetto, Mazzola, Ferraris II.
La prestazione che forse descrive meglio la superiorità della squadra di Ferruccio Novo, allenata ora dall’ex mediano granata Mario Sperone, arriva il 30 maggio 1948. Per il racconto dell’episodio ci affidiamo ad un torinista DOC, Franco Ossola, architetto e scrittore, figlio dell’omonimo campione presente nell’undici titolare di questa gara: “Udite, udite; meglio, spalancate gli occhi, amici lettori, per leggere la notizia indicata dal tabellino delle segnature: dopo 20 minuti il Grande Torino perde 3-0 in casa con la Lazio” – Torino dominato sul suo espugnabile campo, quel Filadelfia imbattuto in Serie A addirittura dal 1943. Ma presto arriva la riscossa, che viviamo ancora grazie alla penna di Ossola: “La carica la danno Castigliano e Mazzola. Il primo scaglia uno dei suoi siluri in rete; il secondo si tira su le maniche e guarda truce, come sa fare solo lui. Proprio prima del riposo Gabetto segna in rovesciata il secondo gol: 2-3, dopo un simpatico siparietto con Sergio Piacentini, il terzino laziale ed ex granata, che ha l’ingrato compito di stargli addosso. Negli spogliatoi non vola una mosca, nel silenzio i granata firmano il patto della riscossa che arriva, rapida e chirurgica, con altri due punti a firma di Castigliano e Mazzola, per un ribaltamento vincente che ha dell’incredibile”.
Dietro ai campioni un terzetto di squadre che terminano a pari punti: Milan, Juventus e Triestina. Sono i triestini la sorpresa dell’anno: proprio nel momento in cui il Toro offre la massima rappresentazione del calcio offensivo, un giovane Nereo Rocco ottiene un risultato del tutto insperato impostando la sua squadra con il ‘Catenaccio’. Rocco arretra un centrocampista dietro la linea difensiva a tre, affidando a
questo quarto difensore (il cosidetto ‘libero’, definizione che verrà coniata successivamente da Gianni Brera) il compito di spazzare tutto quello che arriva nei pressi dell’area. Non è una novità assoluta, già Gipo Viani l’aveva sperimentata con la Salernitana in Serie B, ma Rocco ha il merito di imporre per la prima volta il Catenaccio all’attenzione del grande pubblico.
Continua a latitare l’Inter, solo dodicesima, mentre la Roma si salva dalla retrocessione grazie ad un misero punticino di vantaggio sulla quart’ultima. Il Napoli viene retrocesso all’ultimo posto a causa di una gara con il Bologna che, secondo la Giustizia sportiva, sarebbe stata combinata; poco male, i partenopei sarebbero comunque scesi in B. In classifica cannonieri i bomber granata Mazzola (25 reti) e
Gabetto (23) vengono superati dal vent’enne juventino Boniperti (27).
Il Grande Torino è ormai considerato la squadra più forte del mondo. I brasiliani, che saranno Campioni iridati nel 1950, decidono di ospitarlo per alcuni incontri amichevoli. Nel luglio del 1948 il Torino ottiene questi risultati: pareggio con il Palmeiras 1-1; sconfitta col Corinthians 2-1; vittoria col Portuguesa 4-0.
Torna nella massima divisione il Novara, trascinato alla vittoria del campionato cadetto dal trentacinquenne Silvio Piola.

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