Giuseppe Meazza (Milano, 23/08/1910 - Rapallo, 21/08/1979)
CARRIERA:
Inter: 1927/40 - 1946/47, 365 presenze, 247 reti
Milan: 1940/42, 37 presenze, 9 reti
Juventus: 1942/43, 27 presenze, 10 reti
Varese: 1943/44, 20 presenze, 7 reti
Atalanta: 1944/46, 14 presenze, 2 reti
Italia: 1930/39, 53 presenze, 33 reti
TITOLI:
2 scudetti, Inter (1929/30, 1937/38)
1 Coppa Italia, Inter (1938/39)
2 Campionati del Mondo, Italia (1934, 1938)
2 Coppa Internazionale, Italia (1927/30, 1933/35)
3 Capocannoniere Serie A, Inter (1929/30, 1935/36, 1937/38)
RUOLO: prima punta con doti tecniche da regista, che gli permettono all'occasione di arretrare il suo raggio d'azione.
STORIA:
Si racconta che da bambino il piccolo Meazza, che giocava come i brasiliani a piedi nudi per non rovinare le scarpe, fosse milanista; almeno fino a quando vide per la prima volta giocare Luigi Cevenini (III), in arte 'Zizì’, il fenomeno neroazzurro degli anni ’20. Il sogno di giocare al suo fianco non verrà mai realizzato, in quanto Cevenini lascerà l’Inter per trasferirsi alla Juventus proprio l’anno precedente al suo approdo in prima squadra.
L’ingresso nell’Inter ‘dei grandi’ viene favorito da Fulvio Bernardini, all’epoca centromediano neroazzurro; è proprio il ‘Fuffo’ a segnalare al mister ungherese Weisz il ragazzo dopo averlo osservato in allenamento. Il soprannome che lo accompagnerà per l'intera carriera è 'Balilla', affibiatogli dal compagno di squadra Leopoldo Conti il giorno dell'esordio nell'Inter nella Coppa Volta a Como: "Adesso andiamo a prendere i giocatori all'asilo! Facciamo giocare anche i balilla!".
Nel settembre del 1927 Giuseppe Meazza gioca la prima gara nel campionato italiano; la partita è Inter – Dominante Genova 6-1. Il giorno seguente la ‘Gazzetta dello Sport’ commenta: “All’apparenza gracile, si rivela al contrario dotato di una resistenza e soprattutto di una tenacia insospettabile…”.
Nel corso dell’annata seguente, l’ultima prima del’introduzione del girone unico, il diciottenne Meazza
realizza qualcosa come 38 reti in 29 gare. Siamo alle prime battute di una carriera senza precedenti per il calcio in Italia; Meazza sarà per anni l’indiscusso numero 1 nel nostro Paese, riuscendo anche a conquistare la gloria sui palcoscenici internazionali.
Grandi capacità realizzative ma anche colpi di genio improvvisi, serpentine irresistibili e assist illuminanti per i
compagni. Il dribbling 'alla Meazza' è una sintesi del suo talento: il 'Pepin' aspetta fermo l'avversario e al momento giusto lo salta, prendendolo in controtempo e allungandosi il pallone; spettacolare, irriverente ed efficace allo stesso tempo. Si tratta di un fantasista in grado, nonostante la statura non eccezionale (169 cm…), di fungere da vero e proprio centravanti.
Negli anni ’30 diventa un vero divo, che raggiunge vette di popolarità mai toccate nella penisola da un calciatore. E’ in questo periodo che arrivano i grandi successi, in particolare due titoli iridati consecutivi con la Nazionale di Vittorio Pozzo, il secondo da capitano in collaborazione con un altro grandissimo, Silvio Piola.
Alla soglia dei trent’anni la carriera del Balilla subisce una brusca frenata: una vasocostrizione a un piede lo tiene un anno fermo; al suo rientro dopo l’intervento chirurgico si trasferisce al Milan dove giocherà da regista, segnando anche un gol nel derby. A cavallo della Seconda Guerra Mondiale cambierà ancora diverse volte maglie, ricoprendo anche il ruolo di allenatore-giocatore, ma non tornerà mai a giocare ai
suoi livelli.
Nel 1946/47 si chiude il cerchio: i neroazzurri sono in difficoltà e rischiano la retrocessione; Meazza torna a stagione già ampiamente avviata e contribuisce a riportare la squadra in posizioni più tranquille. Terrmina qui la sua epopea sui campi verdi.
HAN DETTO DI LUI:
"Averlo in squadra significava partire da 1-0" – Vittorio Pozzo
"Era come giocare in dodici...". - Aldo Olivieri, portiere della
nazionale dal 1936 al 1940.
"E' stato indubbiamente il più grande giocatore italiano di
ogni tempo. Lo paragono a Di Stefano e Pelè". - Silvio Piola
"Il miglior prodotto del calcio italiano". "Un fenomeno di
intelligenza e di stile..." - Gianni Brera
CURIOSITA':
A Marsiglia, nel corso della semifinale del Mondiale del 1938, giocata contro il Brasile, Meazza è chiamato a battere un importantissimo calcio di rigore. Poco prima l’elastico dei suoi calzoncini si rompe; decide di non voler perdere l’attimo cambiandoseli: con una mano tiene l’elastico durante l’esecuzione, portiere da una parte e palla dall’altra. L’Italia vincerà 2-1 qualificandosi per la finalissima.
IL SUO NOME TRAMANDATO AI POSTERI:
Chi non conosce la leggenda del 'Balilla' ricorda il suo nome grazie allo stadio di San Siro in Milano, il più affascinante d’Italia, a lui intitolato dopo la sua morte. All’ingresso una lapide recita così:
A GIUSEPPE MEAZZA
ESPRESSO DAL SUO CUORE GENEROSO
IL POPOLO DI MILANO
INTITOLA
QUESTO GLORIOSO STADIO
PIU’ VOLTE ILLUMINATO
DALLE SUE GESTA D’ATLETA
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