giovedì 7 marzo 2013

I PERSONAGGI - Renzo De Vecchi


Renzo De Vecchi  (Milano, 03/02/1894 - Milano, 14 maggio 1967)

CARRIERA:
Milan: 1909-13, 64 presenze, 7 gol
Genoa: 1913-1929, 218 presenze, 31 gol
Italia: 1910-1925, 43 presenze

TITOLI:
3 scudetti, Genoa (1914/15, 1922/23, 1923/24)

RUOLO: Nasce mezz'ala sinistra ma gioca per gran parte della carriera come terzino.

STORIA:
Certamente singolare che la prima stella del calcio in Italia sia un difensore. Renzo De Vecchi, all'anagrafe Lorenzo, cresce calcisticamente nelle giovanili del Milan, squadra nelle fila della quale esordisce nel campionato di 1° Divisione a soli 15 anni. In rossonero è il pupillo di Herbert Kilpin, fondatore, capitano e allenatore della società; si racconta che Kilpin lo prendesse letteralmente a calci nel sedere per farlo correre in allenamento.
Altro esordio da record: nel 1910 a Budapest, nel corso della seconda gara in assoluto della Nazionale Italiana, De Vecchi subentra a Cevenini, partecipando alla pesante sconfitta subita dall'Ungheria (6-1). Alla tenera età di 16 anni diventa inamovibile nella formazione azzurra, della quale sarà anche capitano, giocando 43 gare tra il 1910 e il 1925.
I successi più importanti li coglie con la maglia del Genoa, che lo tessera nel 1913. Tre campionati vinti, tutti sotto la guida del mitico William Garbutt. In un epoca caratterizzata dal dominio della Pro Vercelli,
squadra che vinceva grazie al collettivo, De Vecchi rappresenta al contrario l'individualità che eccelle al di sopra di tutte le altre. Alla tecnica sopraffina unisce qualità difensive al di fuori dal comune; c'è chi sostiene addirittura che nessun avversario sia mai riuscito a dribblarlo.
Per tutti è diventato (ammettiamo al limite della blasfemia...) "figlio di Dio", perchè, secondo i suoi sostenitori, "Così si gioca solo in paradiso!"

PAROLA AL CAMPIONE:
"Ho visto il football italiano bambino; l'ho visto crescere, trasformarsi, ingigantire. Un'ascesa continua che ha culminato nel rapidissimo perfezionamento di pochi anni or sono. E dal gioco pressochè incontrollato di un tempo sono pervenuto a vedere il gioco diretto, disciplinato ed inquadrato di oggi. Modificazioni sostanziali, notevoli. Ed ho vissuto il periodo in cui il giocatore si comprava scarpe calzoncini e calzettoni per giocare in isquadra, e poi via via i periodi successivi, fino ad oggi."

Renzo De Vecchi, La Domenica Sportiva - gennaio 1931

CURIOSITA':
De Vecchi, mancino dalla nascita, racconta di aver imparato ad utilizzare il piede destro a sedici anni 'grazie' ad una distorsione alla caviglia sinistra. Scrive il 'Figlio di Dio' su 'Il Calcio Illustrato' nel marzo del 39': "Poichè io avevo una voglia matta di riprendere a giocare, non potendo assolutamente adoperare il piede sinistro, o dovendo, in seguito, farlo solo con molta cautela, andò a finire che imparai a servirmi anche dell'altro piede!".

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