lunedì 13 maggio 2013

Milan-Roma, Totti trascinato via da 5 omoni...

MILAN-ROMA, TOTTI TRASCINATO STAFF GIALLOROSSO - A volte si esagera con prudenza e rigidità nel mondo del calcio: nel post gara di Milan-Roma Francesco Totti, nonostante l'espulsione rimediata, accetta di fermarsi per firmare autografi ai tifosi presenti in mix zone. Bel gesto da parte del capitano romanista, che mette da parte il nervosismo per il cartellino rosso, mostrando la sua proverbiale disponibilità.
Lo staff giallorosso (almeno cinque 'omoni') decide incredibilmente di impedirgli di avvicinarsi ai supporter circondandolo e portandolo via 'in fretta e furia'. Manco si trattasse di Barak Obama...

giovedì 9 maggio 2013

Il Grande Torino - Storia del calcio 29° puntata


Dominio assoluto dei granata in campionato. Primi esperimenti di Catenaccio.

Il dominio granata non accenna ad affievolirsi, anzi…Dopo tre scudetti consecutivi arriva anche il quarto, in una stagione, quella del 1947/48, che rappresenterà la più grande dimostrazione di forza del Grande Torino, con uno strapotere che non teme alcun confronto con il passato. Sessantacinque punti: record! Sedici lunghezze di distacco sulla seconda: record! Diciannove vittorie su venti gare disputate in casa: record! Centoventicinque reti realizzate: record! Torino-Lucchese 6-0, Roma-Torino 1-7, Torino-Salernitana 7-1, Torino-Alessandria 10-0, Torino-Inter 5-0, Torino-Triestina 6-0, Torino-Fiorentina 5-0…solo per citare i risultati più eclatanti.
Ormai leggendari i ragazzi del Toro, e così l’11 maggio del 1947 i granata cambiano maglia e scendono in campo contro l’Ungheria, con un unico estraneo, Sentimenti IV portiere della Juventus. Sì, perchè la scelta di Pozzo ha dell'incredibile: schiera la squadra azzurra con 10 torinisti, un record assoluto, dal 2 all’11: Ballarin, Maroso, Grezar, Rigamonti, Castigliano, Menti II, Loik, Gabetto, Mazzola, Ferraris II.
La prestazione che forse descrive meglio la superiorità della squadra di Ferruccio Novo, allenata ora dall’ex mediano granata Mario Sperone, arriva il 30 maggio 1948. Per il racconto dell’episodio ci affidiamo ad un torinista DOC, Franco Ossola, architetto e scrittore, figlio dell’omonimo campione presente nell’undici titolare di questa gara: “Udite, udite; meglio, spalancate gli occhi, amici lettori, per leggere la notizia indicata dal tabellino delle segnature: dopo 20 minuti il Grande Torino perde 3-0 in casa con la Lazio” – Torino dominato sul suo espugnabile campo, quel Filadelfia imbattuto in Serie A addirittura dal 1943. Ma presto arriva la riscossa, che viviamo ancora grazie alla penna di Ossola: “La carica la danno Castigliano e Mazzola. Il primo scaglia uno dei suoi siluri in rete; il secondo si tira su le maniche e guarda truce, come sa fare solo lui. Proprio prima del riposo Gabetto segna in rovesciata il secondo gol: 2-3, dopo un simpatico siparietto con Sergio Piacentini, il terzino laziale ed ex granata, che ha l’ingrato compito di stargli addosso. Negli spogliatoi non vola una mosca, nel silenzio i granata firmano il patto della riscossa che arriva, rapida e chirurgica, con altri due punti a firma di Castigliano e Mazzola, per un ribaltamento vincente che ha dell’incredibile”.
Dietro ai campioni un terzetto di squadre che terminano a pari punti: Milan, Juventus e Triestina. Sono i triestini la sorpresa dell’anno: proprio nel momento in cui il Toro offre la massima rappresentazione del calcio offensivo, un giovane Nereo Rocco ottiene un risultato del tutto insperato impostando la sua squadra con il ‘Catenaccio’. Rocco arretra un centrocampista dietro la linea difensiva a tre, affidando a
questo quarto difensore (il cosidetto ‘libero’, definizione che verrà coniata successivamente da Gianni Brera) il compito di spazzare tutto quello che arriva nei pressi dell’area. Non è una novità assoluta, già Gipo Viani l’aveva sperimentata con la Salernitana in Serie B, ma Rocco ha il merito di imporre per la prima volta il Catenaccio all’attenzione del grande pubblico.
Continua a latitare l’Inter, solo dodicesima, mentre la Roma si salva dalla retrocessione grazie ad un misero punticino di vantaggio sulla quart’ultima. Il Napoli viene retrocesso all’ultimo posto a causa di una gara con il Bologna che, secondo la Giustizia sportiva, sarebbe stata combinata; poco male, i partenopei sarebbero comunque scesi in B. In classifica cannonieri i bomber granata Mazzola (25 reti) e
Gabetto (23) vengono superati dal vent’enne juventino Boniperti (27).
Il Grande Torino è ormai considerato la squadra più forte del mondo. I brasiliani, che saranno Campioni iridati nel 1950, decidono di ospitarlo per alcuni incontri amichevoli. Nel luglio del 1948 il Torino ottiene questi risultati: pareggio con il Palmeiras 1-1; sconfitta col Corinthians 2-1; vittoria col Portuguesa 4-0.
Torna nella massima divisione il Novara, trascinato alla vittoria del campionato cadetto dal trentacinquenne Silvio Piola.

domenica 5 maggio 2013

Storia del calcio, 5 maggio, che sconcertante déjà vu

5 MAGGIO LAZIO-INTER - 5 maggio una data difficile da dimenticare per il popolo pallonaro. Ma quanto successo nel 2002 ha un precedente davvero incredibile...

Campionato 1934/35. La sfida per il titolo è un'appassionante lotta tra tre contendenti: i campioni bianconeri, l'Ambrosiana di Meazza e la Fiorentina. I toscani, in testa alla classifica al giro di boa, abbandonano la contesa solo alla penultima giornata, a causa della sconfitta subita sul campo dell'Alessandria. Alla vigilia dell'ultimo turno Ambrosiana e Juventus si trovano a pari punti. Nel frattempo la Juve ha allontanato Carlo Carcano, tecnico pluricampione, ufficialmente per 'motivi personali'; in realtà l'omossessualità dell'allenatore (reale o presunta che fosse) non era ritenuta edificante dalla dirigenza.
Giornata conclusiva: la Juventus fa il suo espugnando Firenze con un gol di Ferrari. L'Ambrosiana è chiamata ad affrontare a Roma una Lazio che non ha più nulla da chiedere. Tra le fila dei capitolini due ex neroazzurri: Levratto e Viani. L'esito della gara sembra scontato, invece la Lazio, dopo essere passata in svantaggio, pareggia proprio con Levratto e allunga grazie a una tripletta di Piola, l'uomo che avrebbe potuto giocare la sfida con l'altra maglia; inutile il gol di Meazza, finisce 4-2. "Il calcio è strano", "il calcio è crudele", quante volte abbiamo sentito pronunciare, spesso anche a sproposito, tali banalità? In questo caso si tratta invece di espressioni decisamente azzeccate: stessa gara (Lazio-Inter), stesso risultato (4-2), stessa situazione (titolo in bilico all'ultima giornata) e stesso esito (scudetto alla Juventus)... Purtroppo per i tifosi interisti, questo "dramma sportivo" riproporrà un identico copione 67 anni dopo, nella data ormai entrata a far parte della mitologia pallonara: 5 maggio 2002. Che sconcertante déjà vu!


sabato 4 maggio 2013

Grande Torino, 4 maggio 1949: 64 anni dopo il ricordo della strage di Superga


GRANDE TORINO, 4 MAGGIO 1949: STRAGE DI SUPERGA - A 64 anni esatti dallo schianto di Superga, ricordiamo quel terribile pomeriggio, che ha cancellato una delle formazioni più forti nella storia del calcio italiano.
 “Tremenda sciagura per lo sport italiano e per il giornalismo sportivo – L’aereo del Torino reduce da Lisbona precipita e si incendia mentre sta arrivando a Mirafiori – Tutti i giocatori, i dirigenti e tre giornalisti deceduti – L’urto fatale contro la Basilica di Superga”. Questi i titoli con i quali la ‘Gazzetta dello Sport’ presenta la strage che cancella per sempre il Grande Torino.
Ma facciamo un passo indietro… Dopo il pareggio nella sfida-scudetto giocata contro l’Internazionale, Ferruccio Novo autorizza i suoi a partire per Lisbona, per rispondere all’invito del Benfica che celebra con questo match l’addio al calcio giocato di Francisco Ferreira. Impegno concordato da capitan Mazzola con lo stesso Ferreira: unica condizione imposta dal presidente non perdere a Milano, mettendo al sicuro il quinto titolo consecutivo; obiettivo raggiunto, quindi…si può partire. Per la cronaca la gara amichevole si chiude con un 4-3 a favore del Benfica, agevolato da una certa benevolenza, come imposto dal copione, da parte della squadra ospite.
Il giorno seguente si rientra in Italia. Il trimotore FIAT G-212 parte da Lisbona alle 9:45 e compie uno scalo tecnico a Barcellona alle 13:15. Le condizioni atmosferiche in Piemonte sono pessime; si potrebbe optare per un atterraggio all’aeroporto Malpensa di Milano, dove la visibilità è più favorevole. La volontà degli illustri passeggeri di rientrare in fretta a casa fa la differenza (alcune teorie, mai dimostrate con prove concrete, sostengono si trattasse della necessità di nascondere qualche traffico illegale), si fa rotta verso Torino. Alle 16:55 il pilota Luigi Meroni annuncia l’atterraggio entro 15 minuti; alle 17:01 chiede l’angolo di rotta alla torre di controllo.
4 maggio 1949, ore 17:05: il terribile schianto contro i muraglioni del giardino della Basilica di Superga, spazza via in un solo colpo il Grande Torino.
Trentuno le vittime della strage. Giocatori: Valerio Bacigalupo,  Aldo Ballarin, Dino Ballarin, Emilio Bongiorni, Eusebio Castigliano, Rubens Fadini, Guglielmo Gabetto, Ruggero Grava, Giuseppe Grezar, Ezio Loik, Virgilio Maroso, Danilo Martelli, Valentino Mazzola, Romeo Menti, Pietro Operto, Franco Ossola, Mario Rigamonti, Jiulius Schubert. Staff tecnico: Ernest Egri-Erbestein, Leslie Lievesley, Ottavo Cortina. Dirigenti: Rinaldo Agnisetta, Ippolito Civalleri, Andrea Bonaiuti. Giornalisti: Renato Casalbore (‘Tuttosport’), 
Luigi Cavallero (‘La Stampa’), Renato Tosatti (‘Gazzetta del Popolo’). Equipaggio: Pier Luigi Meroni, Cesare Biancardi, Antonio Pangrazi, Celeste D'Inca.

Vittorio Pozzo è chiamato al triste compito di riconoscere i cadaveri dei campioni, molti dei quali avevano giocato nella sua nazionale. Questo il commento dello stesso Pozzo nell’articolo pubblicato l’indomani sulle pagine de ‘La Stampa’: “Il Torino non c’è più. Scomparso, bruciato, polverizzato. Una squadra che muore, tutta assieme, al completo, con tutti i titolari, colle sue risèrve, col suo massaggiatore, coi suoi tecnici, coi suoi dirigenti, coi suoi commentatori. Come uno di quei plotoni di arditi che, nella guerra, uscivano dalla trincea, coi loro ufficiali, al completo, e non ritornava nessuno, al completo. E' morto in azione. Tornava da una delle sue solite spedizioni all'estero, dove si era recato in rappresentanza del nome dello sport italiano. Aveva presa la via del cielo per tornare più presto, per far fronte agli impegni di campionato. Un urto terribile, uno schianto — ai piedi di una chiesa, di una basilica addirittura — uno gran fiammata. E poi più nulla. Il silenzio della morte. Era la squadra Campione d'Italia. Era, quasi al completo, la squadra'che rappresentava i colori del nostro Paese nelle competizioni intemazionali.”
Sconforto e incredulità sono i sentimenti che pervadono tutta la penisola. La sera del 4 maggio Camera e Senato sospendono le sedute in segno di lutto. Il giorno seguente migliaia di persone risalgono la collina di Superga. Da qui in poi ‘Superga’ evocherà per sempre la strage e diventerà meta di pellegrinaggio per torinisti e sportivi provenienti da ogni dove. E il Grande Torino sarà leggenda: la squadra più forte che abbia mai calcato i prati verdi italiani chiude la sua avventura con un epilogo tanto tragico quanto epico.
La Federazione decide di assegnare al Torino il quinto scudetto consecutivo, nonostante manchino ancora quattro giornate al termine del campionato. Ferruccio Novo schiera i ragazzi delle giovanili nelle ultime gare, gli avversari fanno lo stesso. I giovani granata onorano la memoria dei Campioni vincendo i quattro incontri e salvando l’imbattibilità casalinga.
Un colpo durissimo per Novo, sotto ogni punto di vista. Scomparso lo squadrone magnificamente costruito negli anni, il presidente tenterà con scarso successo di ricostruire la formazione invincibile nei mesi a seguire. Ma sarà tutto il calcio italiano a risentirne, con la nazionale azzurra pressoché azzerata ad un anno dai primi Campionati Mondiali del dopo-guerra.
Doveroso ricordare le formazioni dei cinque trionfi del Grande Torino:
1942-43: Bodoira, Piacentini, Ferrini, Baldi, Ellena, Grezar, Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ferraris II
Allenatore: Kuttik (poi Janni)
1945-46: Bacigalupo, Ballarin, Maroso, Grezar, Rigamonti, Castigliano, Ossola, Loik, Gabetto, Mazzola, Ferraris II
Allenatore: Ferrero
1946-47: Bacigalupo, Ballarin, Maroso, Grezar, Rigamonti, Castigliano, Ossola (Menti), Loik, Gabetto, Mazzola, Ferraris II
Allenatore: Ferrero

1947-48: Bacigalupo, Ballarin, Maroso (Tomà), Grezar, Rigamonti, Castigliano (Martelli), Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ferraris II (Ossola)
Allenatore: Sperone
Direttore Tecnico: Copernico
1948-49: Bacigalupo, Ballarin, Maroso, Grezar (Martelli), Rigamonti, Castigliano, Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola
Allenatore: Lievesley
Direttore Tecnico: Egri Erbstein

venerdì 3 maggio 2013

VIDEO - Le perle di Roberto Baggio: Italia-Cecoslovacchia Mondiali 1990


VIDEO - LE PERLE DI ROBERTO BAGGIO, NAPOLI FIORENTINA 1989-90 - Vi proponiamo le migliori giocate di quello che in molti considerano il più grande giocatore italiano del dopo guerra. Campionato Mondiale Italia '90, nella terza apparizione del torneo gli azzurri di Vicini sfidano la Cecoslovacchia. Sul risultato di 1-0, al 78' minuto Roberto Baggio realizza una rete che rende la serata indimenticabile, la perla delle 'Notti Magiche'. Buona visione!


martedì 30 aprile 2013

VIDEO - Le perle di Roberto Baggio: Napoli-Fiorentina 1989-90

VIDEO - LE PERLE DI ROBERTO BAGGIO, NAPOLI FIORENTINA 1989-90 - Vi proponiamo le migliori giocate di quello che in molti considerano il più grande giocatore italiano del dopo guerra.
Stagione 1989/90, l'ultima di Roby Baggio con la maglia viola: il giovane campione realizza allo stadio San Paolo di Napoli un gol straordinario, entrando in porta con il pallone dopo aver saltato come birilli i difensori partenopei. Buona visione!



lunedì 29 aprile 2013

VIDEO - Brasile, straordinario gol del Fenomeno Ronaldo: classe intatta


VIDEO BRASILE, GOL FENOMENO RONALDO - Trentasette anni ed un fisico quasi improponibile. Ronaldo se ne infischia e regala una perla delle sue nel corso dell'amichevole che ha inaugurato il nuovo stadio Maracanã di Rio de Janeiro (gli "amici di Ronaldo" vs gli "amici di Bebeto"). Una rete che riporta alla memoria le prodezze del Fenomeno, quello vero.