sabato 30 marzo 2013

Campioni del Mondo! - Storia del calcio 17° puntata


STORIA DEL CALCIO, MONDIALI 1934 VITTORIO POZZO GIUSEPPE MEAZZA



La cavalcata azzurra verso il sogno iridato.

Trionfale il match d'esordio degli azzurri, il 27 maggio a Roma: un 7-1 agli Stati Uniti che non ammette diritto di replica. Tripletta per Schiavio, due reti a testa per Meazza e Orsi e una per Ferrari. Si tratta della cinquantaduesima e ultima presenza di Virginio Rosetta in Nazionale. Insieme all'Italia passano il turno Spagna, Germania, Svezia, Austria, Ungheria, Cecoslovacchia e Svizzera; subito fuori tutte le formazioni extra-europee.
Il 31 maggio a Firenze si gioca il quarto di finale tra l'Italia e la Spagna di Ricardo Zamora Martinez, 'El Divino', leggendario estremo difensore del Real Madrid. Succede tutto nel primo tempo: vantaggio delle 'furie rosse' con Regueiro e pareggio poco prima dell'intervallo di Ferrari. In occasione del gol italiano l'arbitro Baert sorvola su una carica di Schiavio su Zamora e saggiamente (...) convalida. Nessuna rete nella ripresa e nemmeno nei due tempi supplementari. Gli italiani sferrano botte da orbi, senza che il direttore di gara si scomponga troppo. Non essendo ancora in uso la lotteria dei rigori, la sfida va ripetuta. Nonostante i 120' giocati, replay dopo solo ventiquattro ore. Pozzo cambia quattro elementi su 11 per rinfrescare la squadra; la formazione spagnola è rivoluzionata, causa i numerosi infortuni provocati dalle 'attenzioni' della difesa azzurra. L'Italia segna al 12' con Meazza e difende il risultato fino in fondo qualificandosi per la semi finale. Come già successo il giorno prima, l'arbitraggio risulta compiacente nei confronti dei padroni di casa; a tal proposito spiega il Maestro Gianni Brera: "La seconda battaglia è più furente della prima, al punto che Borel II, povero novellino, finisce per provarne qualche rimorso: sta' zitto, bocia! lo ammoniscono gli anziani. Alla guerra come alla guerra". E ancora: "L'arbitro svizzero Mercet è così comprensivo delle nostre necessità organizzative che il suo comportamento viene considerato scandaloso: la stessa Federcalcio svizzera provvederà a sospenderlo appena rientrato in patria".
Passano al turno successivo anche Germania, Cecoslovacchia e Austria. Le semifinali sono Italia-Austria e Cecoslovacchia-Germania. Italia di nuovo in campo il 3 giugno a Milano per affrontare i quotatissimi austriaci. Un'altra vittoria azzurra, ancora con il risultato di 1-0. Il gol che vale l'accesso alla finalissima viene realizzato da Enrique Guaita, attaccante italo-argentino della Roma, al 18' nel corso di una mischia su calcio d'angolo. Nell'altra semifinale prevalgono i cechi che, grazie a una tripletta di Nejedlt (capocannoniere a fine torneo con cinque realizzazioni), si impongono per 3-1 sui tedeschi. Il 7 giugno, contro ogni pronostico, la Germania supera 3-2 l'Austria e si guadagna il terzo posto finale.

10 giugno 1934, Stadio del Partito Nazionale Fascista diRoma, Finale del secondo Campionato del Mondo.
ITALIA: Combi; Monzeglio, Allemandi; Ferraris IV, Monti,
Bertolini; Guaita, Meazza, Schiavio, Ferrari, Orsi. Allenatore:
Pozzo
CECOSLOVACCHIA: Planicka; Zenisek, Ctyroky; Kostalek,
Cambal, Krcil; Junek, Svodoba, Sobotka, Nejedly, Puc.
Allenatore: Petru
Arbitro: Eklind (Svezia)

Il match si disputa di fronte a 45.000 spettatori, tra i quali un gongolante Benito Mussolini. Gara dall'elevato contenuto agonistico più che tecnico. A metà secondo tempo Puc gela lo stadio romano superando Combi dalla distanza. L'Italia accusa il colpo e rischia di capitolare pochi minuti dopo, salvata dal provvidenziale palo su cui si stampa la conclusione di Svoboda. Quando sembra che l'inaspettata disfatta sia a un passo da essere compiuta, ci pensa l'ala della Juventus Raimundo Orsi a risollevare la situazione: dribbling su Kostalek e destro che si infila alle spalle di Planicka. Si va ai supplementari. Al 7' arriva il gol del 2-1, realizzato da Angelino Schiavio, dopo un'azione costruita sull'asse Meazza-Guaita.
"Italia, l'Italia vince la Coppa Rimet". L'annuncio di Nick Carosio raggiunge ogni angolo della festante penisola.Il tecnico Campione del Mondo, dismessi in fretta e furia i panni dell’allenatore per indossare quelli del giornalista, commenta così il trionfo: “Si dirà quello che si vuole: nessuna cosa supera al mondo la soddisfazione del dovere compiuto con coscienza, con fede, con caparbia anche se necessario, con studio, con prudenza, con successo. E’ una soddisfazione profonda, intima, che compensa di tutto”.

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