STORIA DEL CALCIO, MODIALI 1934 VITTORIO POZZO
L'organizzazione della manifestazione. L'Italia di Pozzo. Le partecipanti.
L'Italia aveva ottenuto il diritto ad organizzare la seconda edizione dei Campionati del Mondo nel 1932, nel corso del congresso FIFA tenutosi a Stoccolma. Vincente la capacità di mettere a disposizione stadi architettonicamente validi, potenziati o addirittura costruiti per l'occasione dal regime. Otto le città coinvolte: Bologna, Genova, Firenze, Milano, Napoli, Roma, Torino e Trieste; tutta un'altra musica rispetto al Mondiale uruguayano, interamente giocato a Montevideo.
Gli azzurri non godono della qualificazione d'ufficio come paese ospitante, ma devono giocarsi la partecipazione in uno spareggio con la non irresistibile Grecia. La gara arriva dopo la pesante sconfitta (4-2) subita in Austria contro il 'Wunderteam'. La figuraccia rimediata con gli austriaci scatena le ire della stampa sportiva e convince Pozzo a rinverdire la sua squadra, 'facendo fuori' tra gli altri il trio 'Combi-Rosetta-Caligaris'; i tre senatori bianconeri salteranno la Grecia e non verranno mai più schierati tutti insieme. A Milano, nonostante una prestazione che non viene ricordata come una delle più scintillanti, l'Italia sbriga la pratica greca con un secco 4-0.
La preparazione italiana viene svolta in due sessioni: la prima all'Alpino (sopra Stresa sul Lago Maggiore) e la seconda a Roveta, paesino nei pressi di Firenze. Pozzo viene coadiuvato da due tecnici inglesi: l'arcinoto William Garbutt e il mister giallorosso Burgess. Durante il ritiro toscano Carlo Ceresoli, portiere dell'Ambrosiana designato titolare per la competizione, s'infortuna colpito da un violento tiro di Arcari. L'episodio spinge Pozzo a ripescare Combi, che già si stava godendo il meritato riposo avendo annunciato il suo ritiro.
Ecco la lista definitiva dei convocati, redatta al termine di una lunghissima selezione, degna degli odierni 'talent show':
Portieri: Giuseppe Cavanna (Napoli), Gianpiero Combi (Juventus), Guido Masetti (Roma).
Difensori: Luigi Allemandi (Ambrosiana-Inter), Umberto Caligaris (Juventus), Eraldo Monzeglio (Bologna), Virginio Rosetta (Juventus).
Centrocampisti: Luigi Bertolini (Juventus), Armando Castellazzi (Ambrosiana-Inter), Attilio Ferraris (Roma), Luis Monti (Juventus), Mario Pizziolo (Fiorentina), Mario Varglien (Juventus).
Attaccanti: Pietro Arcari (Milan), Felice Borel (Juventus), Attilio Demaría (Ambrosiana-Inter), Giovanni Ferrari (Juventus), Enrique Guaita (Roma), Anfilogino Guarisi (Lazio), Giuseppe Meazza (Ambrosiana-Inter), Raimundo Orsi (Juventus), Angelo Schiavio (Bologna).
Le convinzioni tattiche del CT? Sempre, comunque e irrinunciabilmente il 'Metodo', detto anche 'WW', o più semplicemente in numeri 2-3-2-3. Si tratta di uno schema che esalta il contropiede, basandosi sostanzialmente su una difesa che nominalmente è composta da due uomini ma in realtà ne impegna cinque, uno dei quali, il cosiddetto centromediano metodista, ha la dichiarata missione di lanciare lungo verso l'attacco appena la palla viene recuperata. Non siamo ancora di fronte al buon catenaccio all'italiana, ma la strada è quella...
Sarà un Mondiale al quale la stampa darà una rilevanza senza precedenti: 275 testate giornalistiche presenti, provenienti da 29 nazioni diverse. Principe dei radiocronisti il mitico Nicolò Carosio, che a soli 27 anni ha la responsabilità di raccontare all'Italia tutta l'avventura degli azzurri attraverso i microfoni dell'EIAR (antenata della RAI).
Trentadue le formazioni iscritte alle qualificazioni: ventidue europee, otto americane, un'asiatica e un'americana. Oltre alla conferma dell'assenza inglese, da sottolineare il forfeit dei campioni in carica dell'Uruguay che, come per l'Italia nel 30', vengono forse dissuasi dalla prospettiva di una trasferta troppo onerosa, oltre che dal deciso ridimensionamento della squadra celeste per via delle naturalizzazioni di molti dei migliori calciatori da parte di Italia e Spagna. Sedici le partecipanti alla fase finale: Argentina, Austria, Belgio, Brasile, Cecoslovacchia, Egitto, Francia Germania Italia, Olanda, Romania, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera e Ungheria. La formula scelta è la più spietata possibile: solo gare ad eliminazione diretta, a partire dagli ottavi di finale; quattro vittorie consecutive per alzare la Coppa, senza possibilità di errore.
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