STORIA DEL CALCIO QUINQUENNIO BIANCONERA -
I bianconeri aprono il 'quinquennio'. Le sfide per il titolo con Roma e Bologna. Gli esordi di Silvio Piola.
Il dischiudersi degli anni '30 è accompagnato dall'apertura di un grande ciclo di trionfi da parte della Juventus, noto come 'il quinquennio juventino'. Decisivo nella costruzione del progetto vincente il massiccio ricorso al calcio mercato. Oltre alla travagliata acquisizione di Rosetta dalla Pro Vercelli, della quale si è già trattato in precedenza, da sottolineare gli acquisti nel 1928 di Umbero Caligaris, solidissimo terzino del Casale e dall'Independiente di Raimundo Orsi, ala sinistra della nazionale argentina vice-campione olimpica ad Amsterdam; altro colpo fondamentale è l’arrivo nel ‘30 di Giovanni Ferrari, mezz’ala di gran classe prelevata dall’Alessandria. Sulla panchina bianconera siede Carlo Carcano, ex allenatore di Alessandria e nazionale azzurra.
Antonio Ghirelli spiega così l'avvio del dominio bianconero: "Con l'appoggio finanziario e sociale della famiglia Agnelli, la società dai colori bianco e nero seppe giovarsi di dirigenti preparatissimi, come il barone Mazzonis, di tecnici eminenti e di un ambiente che, per l'antica passione e competenza, mantenne sempre un sobrio contegno, una linea di signorilità, rimasti poi tradizionali. Avendo costruito, uomo su uomo, una squadra dall'impalcatura robusta ed elegante, si iniziò per la Juventus nella stagione 1930-31 un periodo di egemonia durato ininterrottamente cinque anni, nel corso del quale, non solo il tono stilistico del calcio italiano, ma la stessa ossaturadella squadra nazionale si identificarono sostanzialmente con la società torinese".
Il secondo campionato di Serie A vive sul lungo e appassionante testa a testa tra i bianconeri e la Roma. La
squadra capitolina, con Rodolfo Volk (capocannoniere con 29 reti) a finalizzare il gioco dei compagni, culmina il percorso di crescita avviato nel '27 con il raggiungimento della piazza d'onore, arrendendosi solo alla penultima giornata, quando gli avversari, battendo l'Ambrosiana, si laureano per la terza volta Campioni d'Italia. Si tratta della Roma di Fulvio Bernardini, splendido centromediano-metodista, una sorta di Andrea Pirlo dell'epoca, forse un po' meno tecnico e un po' più fisico, ma dotato della stessa visione di gioco e della medesima superiore intelligenza calcistica; la sua gloriosa carriera non troverà mai la giusta consacrazione in nazionale, vista la dichiarata impossibilità di Vittorio Pozzo a convocarlo, sostenendo che fosse "troppo bravo tecnicamente e i compagni non avrebbero capito il suo gioco"... Terzo il Bologna, deludente quinto posto per i campioni uscenti dell'Ambrosiana, staccati addirittura di 17 lunghezze dalla capolista. I neroazzurri, trionfatori nella stagione precedente grazie ad una magistrale applicazione del contropiede, da campioni si trovano a dover far gioco snaturando la propria impostazione. Continua a latitare in posizioni poco prestigiose il Milan. Le retrocessioni di Legnano e Livorno fanno spazio agli esordi in Serie A di Bari
e Fiorentina.
Uno straordinario talento si rivela al calcio italiano: il 18 enne centravanti della Pro Vercelli Silvio Piola realizza 13 reti, le prime di una lunghissima serie. Uno spilungone che possiede un innato fiuto per il gol, sostenuto da una tenacia fuori dal comune; dotato di grande fisicità, implacabile sulle palle alte e fortissimo nei colpi di testa, Piola riesce a trasformare in oro i cross provenienti dalle fasce, rappresentando il perfetto
canalizzatore del gioco creato dalla squadra. Famosa la sua abilità nelle realizzazioni in acrobazia. Forse il primo centravanti moderno, abile anche a giocare spalle alla porta, difendere la palla e smistarla favorendo gli inserimenti dei compagni in area.
L'anno seguente è il Bologna, forte dei 25 gol di Angelo Schiavio, a contendere fino all'ultimo il tricolore alla Juventus. Lo scontro che proietta la Juve verso la conquista del secondo scudetto consecutivo è la sfida giocata il 1 maggio '32, che contrappone le due pretendenti. Grande enfasi viene data a questo match; 'La Stampa', che titola a 6 colonne "Juventus o Bologna - L'appassionante interrogativo del campionato di calcio", presenta così la partita: "L'Inghilterra ha avuto sabato scorso a Wembley la finale della sua Coppa
fra il Newcastle United e l'Arsenal, la Francia ha portato a conclusione domenica ultima a Colombes il torneo della sua più grande competizione coll'incontro fra Cannes e Roubaix, l'Italia vede oggi nell'incontro di Torino fra Bologna e Juventus la prova decisiva del suo Campionato". Sono gli uomini allenati da Carcano ad imporsi con il risultato di 3-2. Il Bologna chiude al secondo posto, davanti alla Roma, ma si toglie un'importante soddisfazione in campo internazionale: nel '32 i felsinei conquistano la Mitropa Cup, regalando
all'Italia il primo titolo europeo per club. La sorpresa è rappresentata dalla neopromossa Fiorentna, autrice di un campionato al di sopra delle aspettative che la porta al quarto posto finale a pari punti con un Milan in apparente ripresa. Questo l'undici titolare dei Campioni d'Italia: Combi; Rosetta, Caligaris, Varglien I, Monti, Bertolini, Munerati, Cesarini, Vecchina, Ferrari, Orsi.
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