domenica 24 marzo 2013

La Juventus non si ferma più - Storia del calcio 15° puntata


STORIA DEL CALCIO QUINQUENNIO D'ORO JUVE GIUSEPPE MEAZZA -



Si fa largo il mito bianconero. L'Ambrosiana-Inter sfida i campioni. Meazza continua a stupire.

Dopo due stagioni vissute ai margini della lotta per il titolo, nel 1932 l'Ambrosiana-Inter rilancia la sfida  ai campioni bianconeri. E' sempre più l'Inter del giovane Meazza, che si conferma ad altissimi livelli.
La prima giornata del campionato edizione 1932-33 sembra suggerire un possibile avvicendamento: la Juventus perde a sorpresa (3-2) sul campo dell'Alessandria, la risposta neroazzurra è un 6-2 rifilato alla Pro Patria. La realtà è un’altra: i bianconeri, che riferiscono le cronache dell'epoca, erano stati fermati solo da una "spettacolosa serie di difficili parate" del portiere dei 'grigi' Mosele, si riprendono in fretta.
Dopo la vittoria contro il Padova e la sconfitta subita a Napoli, arriva una serie di nove successi consecutivi, culminata con il 3-0 all'Ambrosiana, che ribadisce la superiorità della società piemontese. La novità tra le fila della Juve è il diciannovenne centravanti Felice Placido Borel (per gli annali 'Borel II'), soprannominato 'Farfallino'. Borel, attaccante veloce ed elegante proveniente dal vivaio, viene promosso titolare in prima squadra con risultati sorprendenti: 29 gol all'esordio in serie A che gli valgono il primo posto nella classifica dei cannonieri. E' una Juventus che segna molto, ma soprattutto che subisce pochissimo, grazie soprattutto al trio difensivo della nazionale Combi-Rosetta-Caligaris: 23 reti incassate in 34 partite, contro le 53 subite dall'Ambrosiana-Inter, seconda in classifica a fine torneo. Terzo posto finale per il Bologna, quarto il Napoli e quinta la Roma.
Nel '33 il Presidente federale Leandro Arpinati rassegna le proprie dimissioni. Il dirigente che aveva traghettato il calcio italiano verso la nascita della Serie A, ponendo anche le basi per i successi della nazionale che verranno colti negli anni a venire, lascia a causa di una serie di lotte interne al Partito Fascista; si racconta che Arpinati, già inviso a molti rappresentanti del regime per la sua spavalderia, venga allontanato prendendo a pretesto un ceffone rifilato al gerarca Achille Starace. Il suo addio segna l'inizio di un periodo nel quale la Federazione sarà in totale balia delle autorità in camicia nera. La presidenza viene assunta dal generale della Milizia Fascista Giorgio Vaccaro.
Il 13 maggio 1933 la Nazionale affronta per la prima volta i maestri inglesi. Si tratta della gara inaugurale per lo Stadio Nazionale di Roma, costruito in vista della Coppa Rimet del ‘34. Gli azzurri, reduci da cinque vittorie consecutive, riescono a spuntare un pareggio per 1-1, in virtù delle reti di Ferrari e Bastin. Le cronache ci riferiscono di un Meazza limitato da un problema a una caviglia e delle ottime prestazioni degli juventini Monti e Rosetta. A vent'anni esatti dai primi contatti con il calcio britannico (si è già detto della tournè del Reading nel 1913), appaiono evidenti i passi in avanti.
Nella stagione 1933-34 le gerarchie restano sostanzialmente immutate: Juventus campione, Ambrosiana-Inter seconda davanti a Napoli, Bologna e Roma. Felice Borel si conferma principe dei marcatori con 31 reti; il giovane attaccante, che sembra destinato ad un futuro glorioso, non riuscirà più a ripetersi a questi livelli. Tre le formazioni retrocesse in Serie B: Padova, Genova 1893 (denominazione modificata in quanto 'Genoa' era troppo esterofilo per i canoni fascisti) e Casale. In un colpo solo scendono di categoria per la prima volta due formazioni che hanno nella loro storia conquistato il titolo nazionale. Se per il Genoa, che tornerà molto presto tra le protagoniste del grande calcio, si tratta di un passaggio transitorio, per il Casale è l'inizio di una parabola discendente, che porterà i 'nerostellati' sempre più giù verso i campionati dilettantistici.
I successi degli anni ‘30, colti in un periodo storico nel quale stampa e radio iniziano a coprire gli eventi sportivi rendendoli fruibili al grande pubblico, contribuiscono in maniera determinante alla costruzione del 'mito Juventus'; si tratta di una squadra che va al di là del provincialismo e, sebbene paradossalmente negli anni faticherà a riempire il proprio stadio a Torino (prima della nascita, nel 2011 dello 'Juventus Stadium'), riuscirà sempre a raccogliere milioni di sostenitori provenienti da ogni angolo della penisola.
L'Italia celebra il quarto scudetto consecutivo dei bianconeri, impresa che non ha precedenti, e si prepara ad ospitare i Campionati del Mondo del 1934, salutando l'evento in pompa magna, con il sensazionalismo dettato dalla propaganda fascista.

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