giovedì 14 marzo 2013

Nasce il calcio mercato - Storia del calcio 10° puntata


STORIA DEL CALCIO GENOA BOLOGNA GARBUTT CASO ROSETTA

Virginio Rosetta


I successi del Genoa di Garbutt. Il caso Rosetta. La contestata finale del '25 tra Bologna e Genoa.

Il campionato del 1922/23, con le squadre del nord suddivise in tre gruppi composti ognuno da 12 Formazioni, vede il ritorno al successo del Genoa. I grifoni giungono imbattuti al girone finale nel quale affrontano Pro Vercelli e Padova: solo un pareggio a Vercelli e poi tre vittorie. Netto il successo dei liguri che, dopo aver superato agevolmente nella finalissima la Lazio (6-1 il risultato complessivo sommando andata e ritorno), si aggiudicano l'ottavo titolo. Si tratta di fatto del primo campionato conclusosi nell'era fascista, aperta nell'ottobre del '22 dalla marcia su Roma e dal conseguente incarico a formare il nuovo governo conferito a Benito Mussolini. Il regime non ha però ancora quell'influenza sul calcio che assumerà negli anni successivi. Nella stagione seguente è ancora il Genoa ad imporsi. Si arriva finalmente all'applicazione del 'Progetto Pozzo', con la suddivisione delle squadre del Nord in soli due gironi per un totale di 24 partecipanti. I liguri conquistano l'accesso alla finale scudetto superando il Bologna nella sfida tra le vincenti dei due raggruppamenti. Atto conclusivo con successo sui campani del Savoia (3-1 a Genova e 1-1 a Torre Annunziata). Genoa Campione d'Italia per la nona volta, la terza sotto la guida del Mister inglese William Garbutt, rientrato nel Belpaese dopo essersi rifugiato in patria durante la guerra. 
Nel frattempo si assiste allo scoppio di uno scandalo che rappresenta probabilmente il preludio alla nascita del calcio mercato in Italia: il 'caso' Rosetta, che vede protagonista della vicenda Virginio Rosetta, forte terzino della Pro Vercelli. Al termine della stagione 22-23' la Juventus di Edoardo Agnelli offre alla squadra piemontese una cifra folle per quei tempi: 50.000 lire per ottenere il benestare al trasferimento del calciatore a Torino, oltre alla sottoscrizione per Rosetta di un oneroso contratto da contabile alle dipendenze della FIAT. Fa scalpore lo sperpero di denaro per l'acquisizione di un giocatore, considerando che, almeno formalmente, si tratta di uno sport non contempla ancora il professionismo. Accese polemiche in seno alla Federazione portano alla decisione di penalizzare la Juventus per un trasferimento ritenuto irregolare, sottraendo ai bianconeri i punti conquistati nelle tre gare giocate da Rosetta. Il passaggio del difensore vercellese alla corte degli Agnelli verrà regolarizzato nel corso della stagione seguente. Benchè già da tempo le società riconoscessero degli emolumenti ad atleti e tecnici, mascherandoli sotto la formula del 'mancato guadagno', il caso Rosetta fa definitivamente luce sulla questione, spazzando via tutte le ipocrisie relative al presunto dilettantismo dei calciatori militanti nel massimo campionato nazionale. Dopo questa vicenda, l'indennizzo per remunerare il 'mancato guadagno' diventa una prassi oramai messa in pratica alla luce del sole. Non viene ancora ufficializzata la condizione di professionisti dei calciatori, ma si tratta solo di reticenze che non cambiano la sostanza. Nei mesi a venire assisteremo all'intensificarsi di acquisizioni di reali o presunti talenti da parte delle squadre italiane, spesso pescando dal 'mercato' estero.
Campionato 1924-25: Genoa e Bologna si confermano entrambe primatiste dei rispettivi gironi e si trovano a giocarsi nuovamente l'accesso alla finalissima. Dopo andata e ritorno le due squadre sono in parità. La terza finale, giocata sul neutro di Milano, segna il primo clamoroso caso di intrusione del fascismo nel calcio italiano: al termine del primo tempo i liguri conducono per 2-0; nella ripresa un episodio di 'gol non gol', in occasione del quale l'arbitro Mauro non concede la rete agli emiliani, scatena la furia del pubblico di fede bolognese. Invasione di campo guidata da un gruppo di tifosi in camicia nera che accerchiano, e secondo alcune ricostruzioni sfregiano, il direttore di gara. Mauro torna sui suoi passi e assegna la rete, il tutto sotto lo sguardo vigile di Leandro Arpinati, leader fascista locale e fervente sostenitore del Bologna. I bolognesi raggiungono poi il pareggio completando la rimonta. La quarta gara, disputatasi a Torino, termina nuovamente in parità ed è seguita da duri scontri tra le due tifoserie presso la Stazione di Porta Nuova. La situazione spinge la Federazione a mantenere il massimo riserbo su data e campo scelti per la quinta partita della serie. Si gioca il 9 agosto su un campetto nella periferia di Milano alle sette e mezza di mattina. Si racconta che di quella partitaviene avvisato tempestivamente solo il Bologna, mentre i dirigenti del Genoa ne vengono a conoscenza solo poche ore prima, con i giocatori liguri richiamati in fretta e furia dalle vacanze. Successo bolognese con il risultato finale di 2-0. Dopo la sfida con l'Alba Roma, vincitrice della lega del centro-sud, i felsinei si aggiudicano il loro primo scudetto. Forte è la sensazione tra i genoani di aver subito un sopruso che li priva dell'agognato decimo titolo.

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