lunedì 29 aprile 2013

Arriva il Totocalcio e torna la Serie A - Storia del calcio 28° puntata


Gli esordi della schedina. La riorganizzazione del calcio italiano. Terzo titolo consecutivo per il Torino

Il calcio del dopoguerra è un fenomeno in costante ascesa che, ripulito almeno in parte dal propagandismo fascista, fa sognare i piccoli e permette ai grandi di staccare la spina, scordare almeno momentaneamente le difficoltà e i sacrifici da affrontare quotidianamente per garantire a tutta la famiglia
un tozzo di pane, semplicemente…’pensando ad altro’… Un sistema in crescita, al quale non manca l’entusiasmo, non manca il seguito, non mancano i signorotti da riciclare come quadri e dirigenti. Manca solo un elemento, tutt’altro che trascurabile: la cosiddetta ‘materia prima’, il vil danaro per finanziare la ripresa. Ed ecco l’innovazione che fornirà per decenni quattrini al sistema sportivo in generale ed entrerà a pieno diritto a far parte del costume italico. I promotori sono Massimo Della Pergola, Fabio Jegher e Geo Molo, inventori della ‘schedina’. I tre fondano la ‘Sisal’, società con la quale lanciano nel maggio del 1946 il nuovo concorso a premi, che passerà da lì a poco sotto il controllo del CONI. Per vincere occorre indovinare tutti e tre i risultati delle dodici partite proposte (passate poi a tredici), scegliendo tra i famosi tre segni: ‘1’ per la vittoria della squadra in casa, ‘X’ per il pareggio e ‘2’ per il successo della formazione ospite. Gli italiani si appassionano e, nonostante la miseria, si affrettano a spendere, CONI e Tesoreria dello Stato ringraziano sentitamente.
L’assemblea generale delle società appartenenti alla Federcalcio, che si tiene nel maggio del '46 a Firenze, riorganizza il sistema: torna la Serie A a girone unico, con l’ampliamento a venti squadre, la Serie B viene suddivisa in tre gironi e la C in leghe interregionali. Viene confermata Roma come sede della Federazione, la nascitura Lega Nazionale si accasa in quel di Milano. Vengono istituiti il Consiglio Federale e la Commissione d’Appello; si ricostituisce l’Associazione Arbitri, messa da parte durante il regime. Dopo vent’anni le porte del campionato riaprono ai giocatori stranieri: due per squadra più tre oriundi. E’ di fatto una nuova costituente, che rivoluziona le deliberazioni assunte dal fascismo con la Carta di Viareggio del 1926.
In campionate il Grande Torino parte con il freno a mano tirato, racimolando soltanto cinque punti nelle prime cinque giornate; è solo un’illusione per le avversarie: i granata si rilanciano prontamente con sei successi consecutivi con i quali rimettono subito le cose in chiaro. La gara che restituisce la testa della classifica alla formazione del Presidente Novo è il 7-2 inflitto alla Fiorentina il 22 dicembre. Il girone di ritorno è una marcia trionfale che porta il Toro alla conquista del suo terzo scudetto consecutivo, imponendo distacchi abissali a tutti: la Juventus di Carlo Parola e di Silvio Piola, passato in bianconero nel ‘45, è seconda a -10, davanti al sorprendente Modena e al Milan; addirittura 24 punti separano la capolista dal gruppone che va dal quinto posto del Bologna in giù. Eloquente lo score in termini di realizzazioni dei Campioni: 104 reti in 38 partite. Sono previste tre retrocessioni e a fine stagione in fondo alla classifica troviamo Brescia, Venezia e Triestina. Per motivi prettamente politici e, si vocifera, per la minaccia di un’imbarazzante iscrizione al campionato jugoslavo, la Triestina viene ripescata con conseguente allargamento a ventuno squadre per la stagione successiva. Capocannoniere con 29 centri Valentino Mazzola, leader indiscusso della formazione più forte d’Italia; piazza d’onore per Ettore Puricelli, per anni prolifico centravanti del Bologna, trasferitosi nelle fila del Milan del dopoguerra. Buon
undicesimo posto per la neonata Sampdoria, generata dalla fusione tra Andrea Doria e Sampierdarenese. Gioca la sua ultima stagione il mitico Giuseppe Meazza, tornato all’Inter per aiutare la sua squadra a salvarsi in un’annata davvero travagliata; quasi in un ideale passaggio del testimone, nello stesso anno esordisce in bianconero un giovanissimo Giampiero Boniperti.

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