martedì 9 aprile 2013

Il declino del Grande Meazza - Storia del calcio 22° puntata


STORIA DEL CALCIO, DECLINO MEAZZA ARPAD WEISZ


Scudetto al Bologna. La triste sorte di Arpad Weisz. Corruzione a fondo classifica. Successi azzurri.

Campionato 1938/39. L'Ambrosiana-Inter campione in carica non si rinnova a sufficienza per reggere il ritmo della stagione precedente. La forza d'urto dei neroazzurri viene notevolmente ridimensionata dall'inizio dall’inaspettato declino di Meazza: il "Balilla" scopre di avere un piede in cui il sangue scorre troppo lentamente, cosa che gli fa perdere sensibilità; fortemente limitato da problemi fisici, gioca solo sedici gare segnando appena quattro reti.
Nella prima parte della stagione, sulla panchina del Bologna siede ancora Arpad Weisz, tecnico dei due scudetti conquistati nel 36' e nel 37'. In ottobre l'introduzione delle "Leggi per la difesa della razza" costringono Weisz, di religione ebraica, a rassegnare le sue dimissione e fuggire in Olanda. L'allenatore
che aveva lanciato Meazza verrà deportato con tutta la sua famiglia ad Auschwitz, dove morirà nel 1944.
I felsinei si rinforzano con l'acquisto del centravanti uruguayano Ettore Puricelli, dotato di grandissime qualità nel gioco aereo. La proposta della squadra rossoblu, guidata ora dall'austriaco Hermann Felsner, è basata sostanzialmente sui cross delle ali (Biavati a destra e Reguzzoni a sinistra) per la testa del nuovo centrattacco. Al giro di boa davanti a tutti c’è il Bologna, affiancato a sorpresa dal Liguria. Quello dei genovesi è però solo un fuoco di paglia, nel girone di ritorno arriva il crollo verso il sesto posto finale con undici punti di distacco dalla capolista. Scudetto ai rossoblu, che precedono nell'ordine Torino, Ambrosiana, Genova e Roma. Gli 'ambrosianisti' (che continuano orgogliosamente a definirsi 'interisti') si aggiudicano la Coppa Italia, battendo 2-1 in finale il Novara. Deludono Juventus, ottava, e Milan, solo nono nonostante i diciannove gol di Aldo Boffi, capocannoniere a pari merito con Puricelli.
Finale di stagione animato dalla denuncia di un caso di corruzione. A rendere noti i fatti è Antonio Tricarico, portiere della Triestina coinvolta nella lotta per non retrocedere. Tricarico afferma di aver ricevuto da un giocatore del Livorno un'offerta in denaro per facilitare la sconfitta della sua squadra nella gara Triestina-Juventus, ultima di campionato. La proposta indecente viene rifiutata, la Triestina pareggia 1-1 contro i bianconeri conquistando la salvezza a danno di Lucchese e dello stesso Livorno. Singolari le decisioni relativamente alle sanzioni da adottare: squalifica a vita per il maldestro corruttore, assoluzione causa mancanza di prove per il Livorno, 1000 lire di multa alla Triestina "per aver dato pubblicità al fatto". 
Nel corso della stagione l'Italia di Pozzo onora il titolo di Campione del Mondo pareggiando ancora una volta con l'Inghilterra (2-2 a Milano) e regolando nell'ordine Svizzera, Francia, Germania, Jugoslavia, Ungheria, Romania e Finlandia. Il mattatore è Silvio Piola che mette a segno otto reti in sette presenze.
Il 20 luglio 1939 ad Helsinki, a ventinove anni non ancora compiuti, Giuseppe Meazza gioca inconsapevolmente quella che sarà la sua ultima gara in nazionale. Simbolicamente è la fine di un'era.

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