STORIA DEL CALCIO, ITALIA CAMPIONE DEL MONDO FRANCIA 1938
L'Italia trionfa nella Francia anti-fascista
La sede della Terza Coppa Rimet viene definita nel corso delle Olimpiadi di Berlino del '36. Subito spezzato il principio dell'alternanza continentale: l'edizione successiva a quella italiana è infatti assegnata alla Francia. Decisione fortemente contestata dai paesi sudamericani; Argentina e Uruguay manifestano il loro sdegno decidendo di non partecipare alla contesa. Ancora assenti gli inglesi che insistono nello snobbare i Mondiali, nonostante gli occasionali incontri con il football degli altri paesi abbiano ormai dimostrato che non sono più di un altro pianeta. Manca anche la Spagna, stravolta dalla guerra civile.
Il clima politico nel quale ci si avvicina alla manifestazione iridata non è dei migliori: a marzo la Germania nazista aveva annunciato l'annessione dell'Austria, trasformando il paese in una provincia tedesca. Si gioca in una terra antifascista e antinazista, il chè non semplifica certo le cose. Dimostrazione il fatto che il calendario non viene modificato relativamente alla presenza dell'Austria tra le formazioni qualificate, non riconoscendo di fatto l'Anschluss: l'ottavo di finale Austria-Svezia viene regolarmente messo in programma, assegnando la vittoria alla Svezia per il forfeit austriaco.
Tra le iscritte tredici squadre europee: Austria, Belgio, Cecoslovacchia, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Olanda, Polonia, Romania, Svezia, Svizzera, Ungheria; a completare il lotto Brasile, Cuba e Indie Olandesi.
Vittorio Pozzo, nonostante il successo del '34, si presenta con una rosa completamente rivoluzionata: tra i ventidue convocati sono presenti solo quattro iridati (Guido Masetti,Eraldo Monzeglio, Giovanni Ferrari e Giuseppe Meazza), il buon Marcello Lippi, 72 anni dopo, non avrà l'acume di prendere a modello l'illustre predecessore. Tra le fila di una formazione costruita per esaltare le doti realizzative di Silvio Piola, la continuità è rappresentata da Meazza, giovane campione quattro anni prima, capitano e stella di livello mondiale nel '38 .
Negli ottavi gli azzurri sono contrapposti alla Norvegia, il 5 giugno a Marsiglia. Italia subito avanti grazie a Ferraris II che sblocca dopo soli 2'. Tutto sembra presagire che possa finire in goleada, visto il divario tecnico. Invece i norvegesi mettono in seria difficoltà l'Italia, pareggiando all'83' e costringendola ai supplementari. Al 94' il gol qualificazione di Piola, rapidissimo ad avventarsi su di un pallone non trattenuto dal portiere.
La sorpresa del primo turno è l'eliminazione della Germania, notevolmente rinforzata dall'inserimento dei nazionali austriaci, ad opera della modesta Svizzera. La prima gara termina sull'1-1 e si va al replay. I tedeschi, avanti 2-0 dopo soli 22', crollano alla distanza subendo quattro reti dai contropiedisti elvetici. La disfatta scatena la collera di Hitler nei confronti della sua squadra.
Nei quarti all'Italia tocca affrontare i padroni di casa. Pozzo decide di correggere il suo undici titolare con tre cambi, dopo la non esaltante prestazione con la Norvegia. Fuori, tra gli altri, Eraldo Monzeglio, pupillo e maestro di tennis di Mussolini. L'Italia scende in campo con una tenuta nera, su ordine esplicito giunto da Roma; i giocatori si schierano ed eseguono l'immancabile saluto romano all'indirizzo deglispettatori: dalle tribune bordate di fischi; Pozzo sfida i francesi facendo ripetere il saluto altre due volte, finchè il pubblico non rumoreggia più. Si può giocare... Italia in vantaggio al 9' con Colaussi su suggerimento di Meazza, pareggio immediato dei transalpini con Heisserer. Nella ripresa gli azzurri (in camica nera…) mettono in mostra tutte le loro qualità annichilendo i francesi e imponendogli l'eliminazione con una doppietta di Piola. Il 3-1 vale la semifinale.
L'avversario successivo è forse il più temibile: il Brasile del forte attaccante Leonidas, soprannominato 'il diamante nero'. Si gioca a Marsiglia, mentre la finale è in programma a Parigi. Pozzo viene a sapere che i brasiliani hanno già acquistato i biglietti aerei per la capitale e si offre di comprarli in caso di vittoria. I dirigenti carioca fanno presenteche non sarà necessario, in quanto non è in discussione la loroqualificazione. Il CT si indigna ma decide di sfruttare l'episodio raccontandolo ai suoi giocatori, fornendogli così un'ulteriore motivazione per dare tutto quello che hanno in campo. Il Brasile, talmente convinto della propria superiorità da non voler schierare Leonidas, preservandolo per Parigi, propone un gioco funambolico, fa la partita ma non riesce a portare pericoli importanti per la porta difesa da Olivieri. Al 51' passa l'Italia con una rete di Colaussi; passano pochi minuti e Piola, lanciato da Meazza, viene atterrato in area, è rigore. Trasforma "Balilla", tirando mentre con la mano si tiene sù i calzoncini con l'elastico rotto. L'Italia resta chiusa dietro e fa girare palla per portare a casa il risultato; il gol verdeoro, segnato nel finale dall'oriundo italiano Romeo, è buono solo per le statistiche. Si va a Parigi...in treno! Magra consolazione per il Brasile il terzo posto finale, ottenuto battendo nella 'finalina' 4-2 la Svezia. Con sette reti in tre gare giocate, Leonidas è il capocannaniere.
19 giugno 1938, Stade Olympique de Colombes, Parigi. Finale del terzo Campionato del Mondo.
ITALIA: Olivieri; Foni, Rava; Serantoni, Andreolo, Locatelli;
Biavati, Meazza, Piola, Ferrari, Colaussi. Allenatore: Pozzo
UNGHERIA: Szabo; Polgar, Biro; Szalay, Szucs, Lazar; Sas,
Vincze, Sarosi I, Zsengeller, Titkos. Allenatore: Schaffer
Arbitro: Capdeville (Francia)
In molti ritengono che la vera finale del Mondiale l'Italia l'abbia già vinta con il Brasile. In effetti, nonostante i frequenti confronti, gli azzurri non perdono con i magiari da addirittura tredici anni. L'elemento di spicco è Gyorgy 'Giorgio' Sarosi, campione italo-ungherese del Ferencvaros. Due gol in avvio, uno per parte: a Colaussi risponde Tiktos. Poi gli uomini di Pozzo prendono piede e fanno valere la maggiore caratura raddoppiando con Piola e allungando con la seconda rete di Colaussi. Nella ripresa Sarosi riapre momentaneamente la gara con il punto del 3-2; ci pensa Piola con un destro al volo a chiudere il discorso all'82'. Ancora una volta in cattedra c'è il "Balilla" Meazza, leader assoluto in campo e autore di due assist.
Il 20 giugno'38 'La Gazzetta dello Sport' titola: "Apoteosi dello sport fascista nello stadio di Parigi - Strepitosa vittoria della squadra italiana nel campionato mondiale di calcio". Decisamente più realista il commento di Antonio Ghirelli: "Il secondo titolo mondiale fu, insomma, il capolavoro del contropiede; una splendida conquista difensiva, nel cui quadro Pozzo assumeva piuttosto la fisionomia di un calcistico Suvorov che quella di un Napoleone".
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