Ultimo titolo per lo squadrone bolognese. Infuria la Guerra. Primo scudetto per i giallorossi.
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La finale di Coppa Italia ha come protagoniste Roma e Venezia. L'andata si gioca nella capitale e termina con il risultato di 3-3; tra i lagunari segna una doppietta Valentino Mazzola, mezz'ala che come avremo modo di approfondire saprà farsi valere (eccome!) nelle stagioni successive con la maglia del Torino. Si va al replay giocato a Venezia, con successo per i padroni di casa con gol di Ezio Loik, un altro che farà la storia granata. Primo e a tutt'oggi unico alloro per i veneziani.
La guerra va avanti ed espande i suoi tristi scenari in Africa e Asia; nel dicembre del '41 scendono in campo anche gli Stati Uniti trasformando il conflitto in una questione di dimensioni planetarie. L'Italia subisce una serie imbarazzante di disfatte che rischiano di affossare la credibilità del regime fascista. Nonostante tutto la Serie A è tra i pochi tornei europei a non interrompere l'attività agonistica. Ferma invece la nazionale per tutto il 1941, vista l'oggettiva impossibilità di organizzare match internazionali. E allora avanti, imperterriti, il calcio non si ferma.
Campionato 1941/42. Il Venezia di Mazzola e Loik si rende protagonista di una grande partenza, ma alla lunga deve subire il rientro di Roma e Torino; chiuderà con un prestigioso terzo posto dietro ai granata. Lo scudetto va alla Roma; è il primo titolo per una squadra del centro-sud, il primo trionfo per la 'Città Eterna', a coronamento del progetto avviato a fine anni '20 con la fondazione della società giallorossa e con la riunificazione delle squadre di tutta la penisola nel campionato a girone unico. I giallorossi sono guidati in panchina dall'ungherese Alfréd Schaffer, ex CT della nazionale magiara; giocatori simbolo l'anziano portiere Guido Masetti (34 anni) e il giovane attaccante Amedeo Amadei (20 anni), autore di diciotto reti. L'entusiasmo capitolino porta Amadei ad essere soprannominato "l'Ottavo Re di Roma", definizione più volte riciclata per i campioni della Roma che gli succederanno. Questa la formazione Campione: Masetti; Brunella, Andreoli; Donati, Mornese, Bonomi; Krieziu, Cappellini, Amadei, Coscia, Pantò. Negli ambienti ben informati si sussurra che la vittoria romanista fosse stata pilotata dal regime, con l'intento di regalare prestigio alla Capitale in un periodo storico oggettivamente critico per la credibilità del fascismo. Resta il fatto che nessuna prova di illecito è mai emersa a riguardo.
Ancora una volta (la terza in carriera) è Aldo Boffi il principe dei marcatori. Dopo alcune stagioni non degne della sua fama, torna a farsi valere con diciotto realizzazioni Silvio Piola, che riporta la Lazio nelle posizioni nobili della classifica dopo aver rischiato la B l'anno prima. Nella serie cadetta scendono invece Modena e, per la prima volta, il Napoli; partenopei penalizzati, più che da demeriti dal punto di vista tecnico, dalla difficoltà da parte degli atleti di allenarsi con costanza e affrontare serenamente l'attività agonistica sotto i continui bombardamenti della città da parte degli anglo-americani. Coppa Italia alla Juventus che supera in finale il Milan.
In primavera la nazionale di Pozzo scende in campo dopo un anno e mezzo di inattività. Il 5 aprile gli azzurri regolano a Genova 4-0 la Croazia; esordio assoluto per Valentino Mazzola. Due settimane dopo stessa sorte a Milano per la Spagna. Apparizioni organizzate con l'intento di contribuire a risollevare il morale del 'Bel Paese'; si tornerà a giocare solo dopo la fine del conflitto.
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