Valentino Mazzola (Cassano d’Adda, 26/01/1919 – Superga, 04/05/1949)
CARRIERA:
Venezia: 1939/40 – 1941/42, 61 presenze, 12 reti
Torino: 1942/43 – 1948/49, 204 presenze, 118 reti
Italia: 1942 - 1949, 12 presenze, 4 reti
TITOLI:
5 scudetti, Torino
(1942/43,1945/46,1946/47,1947/48,1948/49)
2 Coppa Italia, Venezia (1940/41), Torino
(1942/43)
1 Capocannoniere Serie A, Torino (1946/47)
RUOLO:.
Mezzala offensiva.
STORIA:
La carriera professionistica di Valentino Mazzola ha inizio nell’Alfa Romeo di Milano, formazione che milita in Serie C. Nel 1939 viene acquistato da Venezia ed esordisce in Serie A. In laguna Valentino gioca tre stagioni: dopo un primo anno di apprendistato, si mette in luce come il nuovo talento del calcio tricolore, conquistando da protagonista un insperato terzo posto in campionato e una Coppa Italia. Al Venezia si trova a far coppia con un altro astro nascente, quell’Ezio Loik che arà al suo fianco per il resto della carriera, condividendone
anche il tragico epilogo.
Nel 1942 Ferruccio Novo acquista la coppia Mazzola-Loik per completare un Torino da sogno. E’ l’inizio di una storia che sarà leggenda: Valentino Mazzola rappresenterà la stella
più luminosa del Grande Torino, diventandone in breve il capitano e il leader indiscusso.
E’ un centrocampista offensivo dotato di grande tecnica, specialista nei calci piazzati, con ottime doti acrobatiche e un tiro fenomenale. Ma soprattutto è un calciatore dalla personalità prorompente, uno che sa quello che vuole e sa come ottenerlo. Il biondo capitano è il primo a ripiegare nella sua area per dar man forte alla retroguardia, ma è anche pronto a strigliare i suoi in campo quando le cose non vanno nel verso giusto; proverbiale il suo gesto di tirarsi su le maniche dando il segnale al Grande Torino di partire all’assalto della porta avversaria. E fuori dal campo la storia non cambia: frequenti le sue discussioni con calciatori e allenatori, sempre deciso nell’imporre le proprie idee, Mazzola è un divo, un’icona degli anni ’40.
E’ unanimemente ritenuto uno dei più forti atleti italiani di sempre, nonostante la Guerra e la morte precoce non gli abbiano permesso di lasciare il segno nella storia della nazionale italiana.
Il 4 maggio 1949 lo schianto di Superga priva il calcio italiano del suo campione più rappresentativo. Lascia due figli Sandro e Ferruccio; entrambi diverranno calciatori ma sarà Sandro, il maggiore che prendeva lezioni di calcio da papà Valentino in tenera età, a portare ancora una volta il nome ‘Mazzola’ nell’Olimpo pallonaro.
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